SUPERFICIE: 1,0 ha
SUOLI: Argilla e presenza di calcare
ALTITUDINE: 525 m s.l.m.
ESPOSIZIONE: sud-ovest
PERSONALITÀ: Il Carismatico
L’annata si apre con il suggestivo panorama invernale del podere Forte, ed inizia senza densità di rilievo.
Tutto è spoglio.
Le vigne giocano con il seme di bastoni; maestri che invitano all’intuizione.
Le carte sono come gemme, nude e crude, che si sveleranno sotto la cura del tempo.
Mano a mano vedremo le gemme nelle sembianze del loro aspetto cotonoso, che rappresenta il presagio dell’opera in verde dei primi passi della primavera.
L’inverno non ha nulla da segnalare al mondo visibile, porta con sé, nel suo grembo, il massimo riserbo dei futuri segreti.
Tutto scorre liscio come l’olio che lenisce e riduce le impegnative fatiche invernali, di cui la stagione fredda, di norma, è conduttrice.
L’unica nota che merita di essere segnalata è la media delle temperature.
I gradi del termometro, in questo inverno, hanno valori costantemente superiori allo standard.
Seguendo la storia di quest’annata scoprirai i dettagli che sottolineano la differenza più, come è uso dire, di fare la differenza.
La sottolineatura del 2019 è stata battezzata con un nome: densità.
Il paesaggio intorno a noi, piano a piano, cambia colore e le piante aumentano, grazie alle prime foglie, la densità della loro chioma.
Le piantagioni cominciano a esprimere la loro ricchezza vitale e la loro potenza energetica, immerse profondamente in una danza sinuosa e armoniosa tra i filari delle viti che sorprendono anche gli avari di emozioni.
Quest’anno, a differenza dell’anno scorso, i germogli sono tardivi piuttosto che precoci.
Il ritardo del “germogliamento” è stato provocato da una primavera durevolmente fredda.
Anche in questo caso abbiamo assistito ad un’inversione dei ritmi e dei timbri naturali: l’inverno più caldo del solito e la primavera più fredda del solito.
Questi sono gli ingredienti e le dosi proposte dalla natura per la ricetta viticola di questa annata.
Noi, uomini delle vigne, abbiamo imparato a gestire e ottimizzare la ricetta a favore della migliore vendemmia, tenendo fede alla nostra originale vinosofia.
Leggendo tutte le annate comprenderai, come noi, che l’insolito capita di solito.
La primavera è alle porte e si caratterizza, oltre che per il freddo, anche per una serie di piovaschi di giusta densità, che permettono due fenomeni molto utili:
la creazione di consistenti riserve idriche, che sono il pozzo naturale per abbeverare le piante durante la calda estate.
l’infoltimento della vegetazione, che opportunamente curata, permette un’equilibrata densità delle foglie che risulta sia piacevole alla vista, sia favorevole all’ordine, amico della disciplina che al podere è la base di ogni qualità.
Il motto principale della carta dei valori del fondatore della nostra cantina, infatti è eloquente: “ordine e pulizia sono la base di ogni qualità”.
Questo motto diventa un aspetto determinante per la salute delle vigne perché crea le condizioni migliori per il respiro e lo sviluppo delle piante e, non meno importante, permette il rispetto della bellezza del microcosmo di cui siamo custodi.
Il 26 e 27 aprile si segnala un evento positivo prodotto dalla colatura dei grappoli di Sangiovese (riduzioni delle inflorescenze) procurato dalle rigide temperature nelle notti che hanno bloccato la differenziazione di alcuni bottoni fiorali.
Grazie a questo fenomeno si generano spontaneamente dei grappoli spargoli che godono di migliore areazione, donando più salute.
La riduzione degli acini per grappolo consente una maggiore concentrazione dei composti nobili di maturazione favorendo la qualità del Sangiovese.
Nei mesi centrali dell’annata assistiamo, come sempre, alla silenziosa fioritura nell’evoluzione degli stadi vitali delle vigne.
Ci troviamo di fronte al risveglio della forza e della potenza dell’energia universale.
La fioritura, come detto sopra, nel primo stadio si mostra con i bottoni fiorali separati, per passare quasi subito alla fioritura espressa dai primi colori.
I fiori seguono le leggi della fecondazione fino a dare origine alla bacca, che in questo stadio si definiscono “allegati”.
Il dio bacco, sovrano del vino, comincia a rendere visibili i primordiali segni del suo frutto.
Questa fase è molto importante perché non tutti i fiori si allegano.
Il tasso di allegazione indica la percentuale, diverso annata per annata, di fiori che non completano questo stadio del processo fenologico.
Il tasso varia dal 25% al 50% a seconda della stagione.
L’immagine di questo fenomeno si semplifica con la caduta dei fiori e delle bacche ai primi stadi della crescita.
Come non ricordare un passaggio biblico dei profeti Geremia ed Ezechiele: ”I padri mangiarono l’uva acerba e i denti dei figli rimasero allegati”.