Questo simbolo nasce da un viaggio in Egitto fatto da mio padre Enrico e le mie due sorelle gemelle Laura e Lucia. Un pittore soffermandosi a guardare le mie sorelle creò un quadro il quale riporta questo disegno.
Partendo dall’essenza dell’immagine che appartiene a questo vino, si riconosce il simbolo dell’infinito. Nel nostro caso tale simbolo è raffigurato dall’abbraccio, o per meglio dire dall’avvolgersi di due persone: i due corpi si fondono, distinguendone a fatica i confini dei corpi, ma percependone il sentimento di amore o il sentimento di una qualsiasi unione.
È stato scelto un logo simile per il nostro vino per descrivere la fusione di quella che è la passione, nel suo significato di amore ma anche patimento o dolore fisico, di un nonno, di un padre e un figlio.
Una passione tramandata di generazione in generazione: nata dal podere e dalle terre che mio bisnonno e mio nonno hanno comperato e coltivato per il sostentamento della nostra famiglia, divenuto lavoro con mio padre dal quale ho appreso la tenacia, il coraggio, la caparbietà, l’ostinazione di credere in un sogno che, grazie al mio nome, è stato possibile realizzare.
L’unione che rappresenta l’abbraccio delle due persone viene intesa, in senso lato, come il legame che esiste tra l’elemento naturale, il nostro terreno, e la sua locazione specifica e particolare: Centoia, frazione di Cortona città di cui se ne riconosce l’importanza anche per la produzione agricola e vinicola.
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